In un attimo ho rivisto le mie estati da bambina in Sicilia, la casa al mare, le giornate calde, caldissime, la salsa di pomodoro fatta in casa, i miei nonni, la campagna, l’albero di sughero con l’altalena, mia mamma con la gonna lunga e mio padre abbronzato con i capelli pettinati all’indietro…io, mia sorella con le manine piene di bamboline e lo zainetto colmo di schede telefoniche usate, che tenerezza! Mio fratello,così piccolo che a pensarci oggi,grande e grosso com’è, sembra impossibile abbia avuto un tempo quelle fattezze… E poi ancora i miei zii, i miei cugini e le scorazzate che facevamo noi bambini in lungo e in largo fra gli alberi da frutto, spensierati e inconsapevoli della grande fortuna che avevamo. Conoscevamo a memoria tutti gli alberi…mele, pesche, pere, susine, ma il primo albero che incontravamo, era lui, grandissimo e colorato: un albero di gelsi.
Sono anni che non vedo più quell’albero…Sono anni che non respiro quella spensieratezza, quella gioia che nessun posto al modo ti dà se non quel posticino insignificante per i più,ma che a te fa sentire a casa. Non so più neanche se quell’albero esiste ancora. So solo che dentro di me esistono i ricordi e che in certi giorni fanno male…Tante, troppe cose sono cambiate da quando ci raccontavamo le storie sotto l’albero di gelsi con le manine sporche…